Le stampanti 3D sono diventate sempre più popolari negli ultimi anni grazie alla loro capacità di trasformare un modello digitale in un oggetto fisico. Esistono diversi tipi di stampanti 3D, ognuna con i suoi pregi e difetti.
Stampanti FDM (Fused Deposition Modeling)
Le stampanti FDM sono le più comuni sul mercato e funzionano fondendo un filamento di plastica e depositandolo strato dopo strato fino a creare l’oggetto desiderato. Questo processo è abbastanza semplice e rende le stampanti FDM relativamente economiche. Tuttavia, a causa della natura della tecnologia, le parti stampate in 3D possono avere una finitura ruvida e avere difficoltà a produrre parti con particolari dettagli.
Stampanti SLA (Stereolithography)
Le stampanti SLA usano un processo di stampa 3D basato su resina liquida curata da una fonte di luce UV. Questa tecnologia produce parti con una finitura più liscia e una migliore risoluzione dei dettagli rispetto alle stampanti FDM, le SLA generalmente sono più costose e richiedono una manutenzione più accurata.
Stampanti SLS (Selective Laser Sintering)
Le stampanti SLS sono simili alle stampanti SLA, ma invece di utilizzare una resina liquida, utilizzano polvere di plastica o metallo, una sorgente di luce laser viene utilizzata per fondere la polvere strato dopo strato fino a creare l’oggetto desiderato. Le SLS sono molto più costose rispetto alle stampanti FDM e SLA, ma producono oggetti con una maggiore forza e resistenza.
Stampanti DLP (Digital Light Processing)
Le stampanti DLP utilizzano una sorgente di luce UV per indurire la resina liquida e creare parti stampate in 3D. Questa tecnologia è molto simile alle stampanti SLA, ma le stampanti DLP sono generalmente più veloci e possono produrre parti più grandi. Le parti stampate in 3D con stampanti DLP possono avere una finitura meno liscia rispetto alle stampanti SLA.